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Architettura vernacolare

S.Nicola Arcella

e la sua Famosa Torre

14.5.2021

C’è una bellissima torre saracena a San Nicola Arcella, che rappresenta la tipica bella integrazione di natura e cultura nello scenario di questo meraviglioso luogo mediterraneo.

La torre è stata ribattezzata Crawford per i soggiorni letterari di Francis Marion Crawford … e vi invitiamo a viaggiare, per vedere la bellezza di questo borgo, San Nicola Arcella, godendovi sia il viaggio che i deliziosi cibi della Calabria …

… Ma torniamo alla Torre di San Nicola Arcella. Costruita durante il vicereame spagnolo di Carlo V per difendere le coste dagli attacchi turchi, è un contrafforte destinato a sorvegliare e proteggere la baia antistante.

L’alto scalone che conduce al primo e al secondo piano della torre è uno degli elementi più importanti dell’intero edificio. I blocchi di pietra lunghi circa 50 cm e larghi 20 cm sono sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco conduce al primo piano, il secondo arco conduce al secondo piano.

Sopra la torre, la terrazza era utilizzata per comunicare e avvertire le altre torri di avvistamento vicine di eventuali incursioni e ciò avveniva attraverso grandi falò.
I colori del Mediterraneo completano il quadro di questo mirabile esempio di quiete marina e trasformazione antropica del paesaggio.

Per 25 anni, come detto, lo scrittore americano Francis Marion Crawford ha trascorso le sue vacanze, facendo splendide escursioni con la sua barca a vela. Fu a causa del mare, del borgo e della generosa gente calabrese, che si innamorò di questo lembo di terra, la Calabria. E come dargli torto: il mare è cristallino, le spiagge sono meravigliose e nelle vicinanze c’è il sontuoso “Arco Magno”, un ponte naturale di pietra arcuato che protegge e ombreggia una caletta, in cui pochi fortunati ed esperti conoscitori della zona si avventurano raggiungendola via mare…

Crawford adorava la torre saracena, perciò prima ne divenne proprietario e poi scrisse: “La torre si trova da sola su questo sperone uncinato di roccia, e non c’è una casa da vedere nel raggio di tre miglia da essa. Quando ci vado, prendo un paio di marinai, uno dei quali è un buon cuoco, mentre quando sono via ne diventa capo un piccolo essere, una sorta di gnomo che era una volta un minatore e che si è legato a me da molto tempo…

Un posto da favola!

Oggi la torre, dopo aver cambiato diversi proprietari e rischiato di diventare un circolo nautico e un ristorante, è ancora di proprietà privata e

Fino a pochi decenni fa c’era ancora qualcuno nel centro storico del paese, che ricordava un signore anglosassone serio e aristocratico che veniva a trascorrervi l’estate per dedicarsi alla scrittura.
Un posto dunque in cui ritornare…in cui natura, storia, architettura, vita di borgo e cultura is fondono in modo inestricabile.

Una promessa per il futuro e per chi voglia ritrovare la misura della civiltà mediterranea in tutte le sue manifestazioni, reali e spitiruali.

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Architettura vernacolare

Borgo 2021, Tropea

Come noto, nel 2021, Tropea ha vinto il concorso Borgo dei borghi 2021. Questo modello di architettura vernacolare, di fronte al mare, in una natura spettacolare, rappresenta l’intera Calabria e racconta la storia della nascita e dell’evoluzione degli abitati, non solo, della regione, ma anche del Mediterraneo Italiano.

PRESENTAZIONE GENERALE

Tropea, …un villaggio situato su un piccolo altopiano roccioso, pieno di minuscole case antiche, di fronte a un mare simile ai Caraibi … Le strade sono piene di turisti e si finisce per adorare questo beato baccano, con l’aria piena di profumi di origano, la natura selvaggia, la vegetazione che intorno all’abitato cresce spontanea sotto il sole della Calabria, presso l’altopiano del Monte Poro, splendido luogo vicino alle maggiori attrazioni turistiche della Calabria: Capo Vaticano e Tropea.

Vista dell’isola antistante il borgo

ARCHITETTURA VERNACOLARE

Il vecchio nucleo murato è un tipico esempio di architettura senza una direttiva. Qui Tropea, il Borgo dei borghi 2021, è nato dallo sforzo secolare ed anonimo dei singoli abitanti di adattare la propria casa a quella del vicino: un tipico esempio di architettura vernacolare (vernacolare: “del villaggio, del vernacolo, del paese”).

Panorama del borgo dal mare

L’abitato appare ben riconoscibile in quanto fisicamente separato da un’ampia strada che ne ripercorre il perimetro.

Si trova sulla sommità piatta di una rupe e coincide con il nucleo antico delimitato da una cinta muraria, rimasta invariato fino agli inizi del secolo XIX, durante il quale gli ampliamenti ad ovest interessano la demolizione di parte delle mura occupando un terreno che si profonde verso Capo Vaticano.

STORIA

Le origini, della città di Tropea, sono antichissime. Il primo insediamento umano, risalirebbe all’età del bronzo (1400-1200 a. C.).

Tuttavia, si hanno notizie certe, solo a partire dal V secolo, durante cioè, il periodo dell’Impero Romano. Infatti, dal II sec. fino al 476 d.C., il territorio di Tropea, fu caratterizzato, dalla dominazione romana. Dal 476 d.C., dopo che l’Impero Romano d’Occidente, inizia a disgregarsi, in Calabria si susseguirono, varie dominazioni, che ebbero inizio con gli Ostrogoti e Goti e si conclusero con i Borboni (1815-1860).

Sull’origine del nome “Tropea”, non si hanno notizie certe. L’attuale denominazione, potrebbe derivare dai trofei (dal greco “tropaea”), eretti da Sesto Pompeo Magno Pio (67 a.C.-35 a.C., politico e generale della tarda Repubblica Romana), per celebrare la vittoria sulla flotta di Cesare Ottaviano, nel mare delle Eolie.

Capo Vaticano

In alcune fonti, il nome è “Tropis”, che vuol dire “carena di nave”.

Questo farebbe pensare ad una zona importante, per la costruzione delle navi. Inoltre, potrebbe derivare, anche dal greco “Tropè” (giro, vertigine), riferendosi alla sua forma quasi circolare.