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Cultura

Crotone, città pitagorica

IL BORGO DI CALABRIA CHE HA STREGATO PITAGORA

Ha conquistato PITAGORA fin dal tempo più antico, destando interesse per la sua posizione e bellezza sul mar ionico, come del resto ha fatto con molti artisti del passato e del presente giunti qui per trovare ispirazione: il borgo cittadino di CROTONE, arroccato su una collina, è davvero straordinario!

Quando PITAGORA vide per la prima volta CROTONE non ebbe più dubbi, da quel momento in poi quel villaggio sarebbe stato la sua casa. Pare che Pitagora sia giunto in Italia meridionale, a Crotone, da Samo intorno al 530 a.C. e qui abbia impressionato le élite locali e le abbia convinte ad adottare costumi più sobri e a cercare l’armonia della matematica anche in politica. E’ noto che fondò la c.d. Scuola pitagorica e a lui è intitolato il celebre teorema (forse però già noto in epoca babilonese).

Così come lui, anche molti altri artisti e scrittori sono rimasti completamente folgorati dalla bellezza straordinaria di questo luogo, nel corso dei secoli, che non sembra conoscere le leggi del tempo e dello spazio.

Borgo cittadino – Castello

Quello che è considerato il borgo cittadino più bello della Calabria, domina dall’alto della rupe del Castello antico, i paesaggi suggestivi e incontaminati della valle della ESARO. Riconosciuto anche come Monumento Storico, CROTONE è inserito nella lista dei borghi più belli di tutto il Paese. E a guardare le fotografie è facilmente intuibile il motivo.

Arroccato su una collina rocciosa, ad un’altezza di meno i 100 metri, domina la valle del fiume ESARO, CROTONE è caratterizzata da vicoli fioriti, facciate pulite e lunghe e tortuose vie che ospitano botteghe artigianali e gallerie d’arte.

Passeggiare in questo luogo sospeso tra cielo e terra può trasformarsi in un’esperienza inedita e quasi intellettuale.

Lungomare di Crotone

LE ORIGINI DEL BORGO

Le sue origini sono molto risalenti. Il promontorio di Κρότων (Krótōn) in greco antico, era abitato da popolazioni indigene, forse Enotri e Japigi, già nell’età del bronzo e nella prima età del ferro.

Nelle Isole, invece, il decremento demografico interessa le province di Caltanissetta, Enna, Nuoro e Oristano.

La città nasce verso il 708 a.C. (secondo Eusebio di Cesarea) ad opera degli Achei provenienti dalla montuosa regione dell’Acaia. Pare che la denominazione Crotone derivi dal nome dell’eroe “Crotone”, figlio di Eaco. In epoca romana, invece, secondo Ovidio fu Eracle, ospitato con grande onore da “Crotone”, Re del posto, che inviò un acheo di nome Myskellos nella valle dell’Esaro, per fondare lì questa  città.

La città nel corso dei secoli si distinse per la bellezza delle sue donne, la forza erculea degli uomini come il mitico Milone (eroe olimpico) e per il “vino”. Nel tratto di mare tra l’antica Krimisa (l’odierna Cirò, patria di un vino che – secondo alcuni eruditi – veniva dato in premio ai vincitori dei giochi olimpici ateniesi) e l’attuale Le Castella, a poche miglia dalla riva secondo Plinio il Vecchio sarebbero esistiti vigneti celeberrimi.

Litorale di Crotone

Nonostante la storia travagliata, il borgo cittadino ha mantenuto intatta la sua bellezza, diventando custode di vari monumenti storici riconosciuti, tra cui la colonna dl tempi di Hera Lacinia. Motivo per il quale ogni anno, migliaia di turisti, arrivano qui da tutto il mondo.

Il borgo cittadino è oggi densamente popolato, ma una passeggiata tra le piccole botteghe, i vicoli lastricati e le porte ricoperte da fiori, basta a riscoprire la sua vera essenza. Gli edifici costruiti dal XVIII e XIX secolo e tutte le architetture che caratterizzano armoniosamente il borgo cittadinoadagiato sulla collina della valle del ESARO, ancora oggi attira artisti in cerca di ispirazione.

Hera Lacinia

PROSPETTIVE DEL BORGO DI CROTONE

CROTONE merita interesse per chi voglia acquistare una casa nella cittadina. Infatti il centro storico va spopolandosi e questo offre le migliori prospettive economiche per l’acquisto di una casa per le vacanze.

Centro cittadino

Tutte le regioni italiane sono interessate da un decremento demografico. Come si legge nel report dell’ISTAT sugli indicatori demografici del 2020, il fenomeno colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-7 per mille) rispetto al Centro (-6,4) e al Nord (-6,1). Molise (-13,2) e Basilicata (-10,3) sono le regioni più colpite; tra quelle del Nord spiccano Piemonte (-8,8), Valle d’Aosta (-9,1) e soprattutto Liguria (-9,9).

Andando in dettaglio, nel Sud, tra la province che vanno incontro a spopolamente relativo, figurano oltre a Crotone anche le province di Benevento, Avellino, Campobasso e Potenza.

Promontorio di Hera Lacinia

Tuttavia, nel decremento demografico anche la provincia di CROTONE ha accusato il colpo. Questo fatto giustifica la presenza di molte case sfitte o abbandonate o la cui domanda in generale decresce, come il prezzo (di vendita o locazione).

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Enogastronomia

Borgo di Morano

Formaggi mediterranei

21.5.2021

A Morano Calabro, nella cornice del magnifico parco nazionale del Pollino si può trovare il formaggio più fresco e profumato del Mediterraneo Italiano.

Dai profumi dei verdi pascoli che circondano il magnifico borgo di Morano Calabro nasce un formaggio di antica tradizione, amato da nobili e contadini. È bianco e morbido, e racchiude aromi e sapori delle felci su cui è adagiato. Inoltre è grasso, fresco e caratterizzato da una superficie esterna priva di crosta di un bianco porcellanato, della stessa tonalità della pasta che è essa stessa morbida, liscia e umida.

Il sapore è delicato e piacevolmente aromatico grazie ai sentori dati dalle foglie di felce.

Vista serale del borgo

Questo formaggio si chiama “felciata” di Morano, è un formaggio di latte prevalentemente caprino (addizionato ad un po’ di latte di pecora), prodotto in estate, ed è, appunto, chiamato “felciata”, perché prende il nome dall’usanza di adagiarlo su felci.

Precisamente, dopo aver riscaldato e coagulato il latte, il formaggio, così ottenuto, viene tradizionalmente posto in un secchio di legno pieno di felci (questo spiega il nome del formaggio, “felciata”).

Una volta prodotto, questo meraviglioso formaggio è meglio consumarlo fresco, mentre è ancora caldo.

IL NOME

La denominazione “Felciata” è oggi quella di uno dei formaggi calabresi inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (l’acronimo è “PAT”) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Il formaggio adagiato sulle felci

Chiamata anche “a filicèta” nel dialetto di Morano Calabro, la “felciata” prende il nome, come detto prima, dalle foglie di felce in cui è avvolta, assumendo i caratteristici aromi che le contraddistinguono.

LA TRADIZIONE

Quella della felciata di Morano Calabro è un’antica ricetta strettamente legata alla tradizione pastorale calabrese, probabilmente tramandata di padre in figlio.

Morbido e cremoso, era particolarmente apprezzato dalle famiglie nobili che lo consumavano regolarmente e veniva utilizzato come merce di scambio con gli artigiani locali, che offrivano ai produttori i secchi di gelso utilizzati per la sua produzione, in cambio di un pò del buonissimo formaggio.

Tali erano (e sono) il suo candore, la sua delicatezza e la sua freschezza, che la felciata, come riporta un antico testo calabrese, veniva spesso chiamata “Pane degli Angeli”.

Oggi, per salvaguardare e promuovere la sua produzione ed evitarne la scomparsa, la Fondazione Slow Food ha scelto di tutelare il buonissimo formaggio calabrese inserendolo nel suo progetto Arca del Gusto.

Vista del castello e del borgo

IL TERRITORIO

I vicoli di Morano e le case che sembrano aggrapparsi l’una all’altra (a loro volta, ancorate ai morbidi fianchi di una collina circondata da boschi e montagne), ne fanno uno dei borghi più pittoreschi di tutta la Calabria. Non a caso il comune è stato inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia.

Fin dal primo sguardo, avvicinandosi al centro storico si scorge la sorprendente architettura vernacolare e le sue costruzioni in stile povero che si abbracciano, quasi fondendosi l’una nell’altra, salendo fino al castello che le domina dall’alto.

Al termine della passeggiata, dal castello, che domina il panorama, ci si può finalmente rendere conto del perché questo piccolo gioiello di pietra sia considerato così affascinante.

PRODUZIONE

La felciata viene generalmente prodotta nella tarda primavera e nella stagione estiva nei mesi tra maggio e settembre. In questo periodo, infatti, i rigogliosi alpeggi del massiccio del Pollino donano al latte i profumi, i sapori e gli odori più piacevoli e intensi. Oggi non è facile trovarlo nei caseifici calabresi, ma vale la pena cercarlo per assaporarne la prelibatezza. Chi è a Morano Calbro può acquistarlo presso il locale Caseficio, che produce solo formaggi biologici.

RICETTA TRADIZIONALE

La Ricetta tradizionale della Felciata di Morano Calabro richiede latte di capra, proveniente da animali rigorosamente pascolati e addizionato con una piccolissima percentuale di latte di pecora. Successivamente il latte viene filtrato con le felci e poi riscaldato nelle apposite caldaie di rame ad una temperatura di circa 34° C.

Successivamente viene aggiunto il caglio di capra o di agnello prodotto in azienda. In attesa della completa coagulazione, i migliori rametti di felci vengono disposti scegliendo quelli di una certa consistenza dalla parte apicale della pianta. Dopo 30-45 minuti la cagliata viene raccolta con il cocchiere (tipico attrezzo in legno d’acero) e trasferita in secchi di gelso, avendo cura di formare strati omogenei di cagliata e felci. Attualmente, vengono utilizzati anche contenitori in vetro, ceramica o terracotta.

La via verso il borgo

GASTRONOMIA

Per apprezzare ogni nota gustativa e olfattiva di questo formaggio si consiglia di consumare la “felciata” lo stesso giorno in cui viene prodotta, anche quando è ancora calda. Può essere consumato da solo o aromatizzato con miele di acacia. Si sposa bene con la frutta secca, ma è buonissima anche semplicemente condita con un filo d’olio. Si abbina, infine, a vini bianchi secchi e leggeri.